TRA IL 1980 E IL 1983 ARRIVA L'ONDA DI INTERESSE DEL PUBBLICO DISCOTECOMANE PER IL FENOMENO AFRO . NASCONO IN QUESTI ANNI MOLTI CLUB DESTINATI A DIVENTARE VERI E PROPRI TEMPLI DELLA MUSICA AFRO.

A GAMBARA (BS) NASCE IL LEGGENDARIO TYPHOON. QUESTO LOCALE CI PORTA INEVITABILMENTE A NOMINARE IL SUO PIU' GRANDE DJ: BEPPE LODA CHE VI HA SUONATO TRA IL 1980 E IL 1987 AD ECCEZIONE DEL PERIODO SETTEMBRE 1984/MARZO 1985 DOVE LODA SUONAVA AL COSMIC. NEL LOCALE BRESCIANO HANNO SUONATO COME RESIDENT ANCHE: RUDY FRANCESCHI, EBREO, FARY PER FINIRE NEL 1987 CON GEGE.

Typhoon stagione 1984/1985 la consolle con il LJ Leo e il resident Rudy Franceschi

Foto sopra: un giovanissimo Beppe Loda alla consolle de Le Cupole di Manerbio (BS).....1974.

BEPPE LODA BIOGRAFIA: PERCUSSIONISTA, COMPOSITORE, PRODUTTORE E DJ VERAMENTE ECLETTICO. BEPPE LODA INIZIA LA SUA ESPERIENZA COME DJ VERSO LA FINE DEL 1973
AL KINKY CLUB DI MANERBIO SUA CITTA' NATALE. SI DISTINSE IMMEDIATAMENTE PER IL SUO STILE INUSUALE, SUONANDO BRANI ROCK INSERITI IN UN CONTESTO MUSICALE FUNK-DISCO.
VERSO LA FINE DEGLI ANNI 70, CONFERMANDO IL SUO STILE DIFFERENTE INIZIA IL SUO AVVICINAMENTO ALLA MUSICA AFRICANA , ALLA SPACE DISCO, ALLA DANCE/ELETTRONICA, ALLA NEW WAVE, ECC.

ALLA FINE DEL 1980 INIZIA LA SUA COLLABORAZIONE CON LA DISCOTECA
TYPHOON DI GAMBARA (BS), DALLA QUALE NASCERANNO IN SEGUITO MOLTE TENDENZE MUSICALI CAPACI SUCCESSIVAMENTE DI INFLUENZARE TUTTO IL PANORAMA MUSICALE ALTERNATIVO ITALIANO ED ESTERO. DALL' ELETTRONICA ALLA NEW WAVE - INDUSTRIALE - POP.- ELETTRONICA TEDESCA. BEPPE LODA INVENTA AL TYPHOON LE FESTE NON STOP.

NEL 1982 BL E' PROMOTORE DELLA “MUSICA E MOVIMENTO AFRO“ (LA DEFINIZIONE “AFRO“ VIENE ADOTTATA DAL PUBBLICO PRENDENDO IL NOME ANCHE DALLA SUA SERIE DI TAPES “AFRO“) QUESTA SUA CREAZIONE INFLUENZERA' MOLTISSIMI DJ E PRODUTTORI DISCOGRAFICI A SEGUIRE FINO AI GIORNI NOSTRI. LA RIVOLUZIONE PIU' IMPORTANTE IN QUESTO STILE “AFRO“ SARA CONSACRATA DAL VASTO NUMERO DI FANS DEFINITO COME “AFRO MOVEMENT“ E DI SEGUTO LA MUSICA, BRASILIANA, RARE GROVE, BLAXPLOITATION, OBSCURE JAZZ/FUSION ETC... ETC....
NEGLI ANNI OTTANTA ALTERNA IL SUO LAVORO DI DJ ALLE PRODUZIONI DISCOGRAFICHE, PRESTA LE SUE CONSULENZE A VARI PRODUZIONI DI MUSICA ITALO-DISCO, MIXANDO INOLTRE IN VARI STUDI DI REGISTRAZIONE MOLTE TRACCE, TRA CUI ANCHE ALCUNE HITS DI QUESTO GENERE MUSICALE TUTTO ITALO.

NEL 1983 DURANTE 'AFRO RADUNO ALLO STADIO COMUNALE DI GAMBARA , BL SPERIMENTA CON SUCCESSO L'INTEGRAZIONE TRA DJ E MUSICISTA DAL VIVO ......QUELLA SERA INFATTI FU INVITATO ANCHE TONY ESPOSITO.
BEPPE LODA E' FONDATORE DEL GRUPPO “MC1“ CON IL QUALE CREA UN TIPO DI ELETTRONICA UNICO NEL SUO GENERE: L' ITALO-SYNTH.
ENTRA INOLTRE NEL GRUPPO “EGOTRYA“ DANDO LORO UNA SVOLTA MUSICALE DECISIVA PIU' ORIENTATA VERSO LA SYNTH-PROG.
SEMPRE NEGLI ANNI OTTANTA PRESTA ANCHE CONSULENZA PER VARIE DITTE DI IMPORT / EXPORT SETTORE DISCOGRAFICO ED E' ANCHE PROPRIETARIO DI UN NEGOZIO DI DISCHI.
NEL 1990 CREA UN NUOVO PROJECT “SIRUS“ ORIENTATO VERSO UN NUOVO TIPO DI SPACE MUSIC.
ALLA META' DEGLI ANNI NOVANTA FONDA UN NUOVO PROJECT, “ITALOWERK“ INDIRIZZATO VERSO UNO STILE MUSICALE DEFINIBILE COME “ITALO - DISCO - SYNTH“
SEMPRE NEGLI ANNI 90 SI DEDICA ALL' HD RECORDING ESSENDONE DI FATTO PIONIERE.
REALIZZA IN QUELLA DECADE PIU' DI 60 RMX DI TRACCE DI ALTRI ARTISTI.
ABITUALMENTE SI ESIBISCE NELLE MAGGIORI CAPITALI EUROPEE E AMERICANE COME LONDRA, PARIGI, BERLINO, MADRID, NEW YORK, DETROIT, CHICAGO, PHILLY ECC....
UNA DELLE TAPPE PIU' IMPORTANTI ALL' ESTERO E' STATA LA SERATA FATTA NEL 2006 AL MUSEO DI ARTE MODERNA DI NEW YORK . NELL' ESTATE 2011 BEPPE LODA TORNA IN TOUR NEGLI STATI UNITI E IL 6 AGOSTO E' TORNATO PER LA SECONDA VOLTA AL PS1, PARTY DEL MUSEO DI ARTE MODERNA DI NEW YORK. MA E' OGGI IMPOSSIBILE ELENCARE TUTTI I LOCALI DOVE LODA HA LAVORATO IN ITALIA E NEL RESTO DEL MONDO. SAREBBERO VERAMENTE TROPPI.

(Beppe Loda)


Approfondimento (testo curato da Paolo Scotti)

La rivoluzione inizia più o meno nel 1980 quando Beppe Loda interpellato da una nuova società decide di collaborare per l'apertura di un nuovo locale alternativo, alternativo agli altri locali alternativi. Era sua intenzione offrire al pubblico un ambiente non strettamente legato alla discoteca convenzionale dalle mille lampadine ma al contrario una situazione che avesse più forma culturale moderna ...cinema, musica, luci, grafica, dj-culture per esempio. Il carisma di Loda, la sua musica, quel senso di "nuovo" sul dancefloor veniva così accentuato da un ambientazione perfetta!Si poteva vivere in mezzo a nuove visioni, tra effetti di luce modernissimi e musica all'avanguardia, tra la statua del Dio Horus dall'antico Egitto e un potentissimo raggio laser che fendeva l'aria e preannunciava l'arrivo di un epoca altamente tecnologica.

Le statue del Typhoon furono realizzate da uno dei migliori maestri del carnevale di Viareggio (che aveva collaborato anche con Federico Fellini), il sistema audio era composta da amplificatori Machintosh, casse Jbl, mixer Tascam e piatti Micro Seiki Dox 1000, le luci di ultimissima generazione e sui lati opposti del locale due schermi sui quali venivano proiettate immagini, film, concerti o riprese dei dj's al lavoro. L'ingresso ricordava molto l'atrio di una galleria d'arte e oltre la porta si entrava direttamente nella sala. Nel 1980 c' era odore di cambiamento e il dj in italia cominciava a ricercare musica non convenzilonale per il dancefloor, ma solo pochi eletti avevano la sensibilità di capire questa ricerca, perchè in Ialia bisognava cercare molto per trovare dischi alternativi ......questa ossessiva ricerca musicale ha portato tantissime innovazioni nella miscela musicale del Typhoon e del suo dj Loda....tantè che il locale divenne un fenomeno fin dalle prime settimane; il passaparola sul tipo di musica che veniva programmata è stato una vera e propria esplosione, il pubblico ha reagito con un entusiasmo inaspettato...circolavano le prime "cassette" con il timbro del Typhoon..Loda e il Typhoon non avevano alcun timore nello sperimentare, erano nati per quello e la crescita della popolarità di questo locale fu esponenziale fin dalle prime settimane di apertura ....non solo la popolarità aumentava in modo esponenziale, ma anche la sperimentazione musicale di Loda aumentava di pari passo, dopo un inizio con quella che viene chiamata adesso “space disco” dove Beppe miscelava suoni disco e “non disco” con una scelta di brani veramente originalissima, nel giro di pochissimo tempo i dischi suonati al Typhoon diventavano popolarissimi, grazie anche all'abilità di alterare spesso la velocità della musica (quella che oggi si chiama slow motion disco)....si otteneva così un sound veramente unico.

Il Typhoon di Gambara (BS) rimase aperto dal 1980 al 1987, in questa discoteca Beppe Loda potè suonare la sua musica grazie ad un ottimo impianto audio formato da giradischi Micro Seiki Dqx 1000 (a differenza della maggior parte degli altri locali che si affidavano ai Technics), mixer Tascam (la linea professionale della Teac), amplificazione McIntosh e casse JBL.

....nella foto sotto: "1982 - aprile - Gambara - il popolo del Typhoon in movimento nella strada principale che portava al locale"...foto gentilmente offerta da Renzo Bertasi.

Il fenomeno Typhoon influenzò la musica del nord/centro Italia ci trovavamo di fronte ad un adattamento delle discoteche “commerciali “alla musica che veniva definita con il termine di “afro music” (dalla serie tapes "Afro" del 1982 di Beppe Loda). Il termine "afro" utilizzato per indicare quel particolare melting pot di stili derivanti dalla musica africana.


Riguardo la ricerca di Beppe, lui cominciò la sua carriera nel 1973 e da li a poco iniziò anche la ricerca musicale comprando dischi in Europa ed in America. in quel periodo la musica proposta stupiva e faceva parlare di settimana in settimana creando una sorta di hype naturale dato dal grande passaparola dei fans ....i periodi musicali del Typhoon si possono definire in quattro tappe fondamentali: 1 obscure space disco,elettronica funky psicadelico, slow disco..2 obscure elettronica, industriale, pop, new wave, progressive..3 obscure afro, brasil, fusion, obscure jazz, funk, percussion...4 funky, psichedelic soul, blaxploitation, rare groove.

...il Disco Più di Rimini luogo cult per acquistare abbigliamento, gadget, disci e cassette......a sinistra il suo titolare Gianni Zuffa

Les Cigales nasce nei primi anni 70, nel 73 esattamente, come Taverna Piccadilly. E' un incrocio fra un prototipo di discoteca ed una sala da ballo, usata anche per i matrimoni del ristorante sovrastante. Si trova infatti nell'interrato di un edificio che è anche un albergo, di nome Piccadilly. Diventa discoteca con la gestione della famiglia Gallina . Nella stagione 76/77 riapre con una nuova gestione, come Gay discoteque Les Cigales ed è subito cult . Ad gestirla è Adriano, creatore de Les Mouches, nella zona di Milano, con l'amico Franco, conosciuto da tutti come Franchino. Per il lago è una grande novità ed una rivoluzione, personaggi eccentrici e particolari la frequentano facendone da subito un'icona di trasgressione. Nell' autunno 79 nuova svolta, stavolta musicale ... A settembre Adriano chiama dalla riviera romagnola 2 dj che si stanno facendo strada: Rubens e L'Ebreo. Rubens in particolare, formerà con Meo, subentrato a L'Ebreo in ottobre, una coppia indimenticabile nel panorama disco dell'epoca. Cambia in corsa ancora la gestione, verso fine 79: stavolta sono Elvira e suo figlio Daniele Bonfanti a gestirla e portarla fino alla fine,. La qualita della musica proposta è sempre elevatissima: spazia dal funk, alla disco, al jazz, elettronica e contribuisce in maniera determinante al successo di quello stile delle disco di tendenza, conquistandosi un posto nella storia. Anche gli altri dj che si alternano successivamente in coppia con Meo, Joele nell'80 e Daniele (dal Les Pois) nell'81, mantengono lo stesso standard qualitativo fino alla fine, avvenuta purtroppo troppo presto, nell'ottobre 1981, dopo soli 2 anni dal quel magico settembre 1979!

SEMPRE IN PROVINCIA DI BRESCIA A BEDIZZOLE APRE I BATTENTI UN' ALTRO STORICO CLUB, IL LES CIGALES. IN CONSOLLE VI FURONO SE PUR IN PERIODI DIVERSI, RUBENS (LUCA REGGIANI), EBREO, JOELE, MEO E DANIELE. IL LOCALE FU POI CHIUSO NELL'INVERNO DEL 1982.

Sopra un immagine storica del Les Cigales, in primo piano la consolle.

Nata nel 1977, Les Cigales apre come gay discoteque e diventa in breve tempo un fenomeno che sconvolge la tranquilla provincia bresciana, simbolo delle notti più hot! A gestirla Adriano, un noto gestore dei primi locali gay di Milano, già creatore de Les Mouches. Personaggi eccentrici e colorati frequentano il locale in perfetto stile "underground" e creano un atmosfera unica per l'epoca. Nel settembre 1979, esattamente mercoledi 12, ulteriore innovazione con l'arrivo di due dj della riviera romagnola, in consolle Rubens e L'Ebreo e Les Cigales divento culto. Rubens in particolare legherà indissolubilmente il proprio nome alla discoteca creando un binomio irripetibile. Migliaia di persone arrivano il sabato da tutta italia per ascoltare la musica proposta, che spazia dalla disco al soul, dal funky al jazz, fino ad toccare sonorità elettroniche. Gli adesivi con la cicala si vedono dappertutto, li mette sulle macchine e sui motorini anche chi non ci va tanto è di moda. Particolare interessante è l'arredamento del locale, praticamente spoglio ed i posti a sedere inesistenti, quasi a sottolineare che li si va solo per ballare. Nel novembre 79 arriva Meo al posto dell'Ebreo. Rimarrà il dj resident fino alla chiusura del locale avvenuta nell'ottobre 1981, legando anche lui il proprio nome a qs storico marchio. Nel frattempo cambia la gestione, al timone arrivano Elvira e suo figlio Daniele. A fianco di Meo si alterneranno prima Joele, che sarà sua spalla fino ai primi mesi del 1981 ed infine Daniele, reduce dall'esperienza de Les Pois e con il quale si concluderà l'epoca de Les Cigales. (Fonte Les Cigales FB).

.....sopra in un' immagine dell'interno del Les Cigales è riconoscibile la classica doppia pista da ballo

NASCE NELL'ESTATE DEL 1980 ANCHE IL MELODY MECCA DI RIMINI, RISCONTRANDO UN ENORME SUCCESSO PER LA SUA ARCHITETTURA STILE ORIENTALE E PER LA SUA POSIZIONE STRATEGICA A POCHI KM DAL MARE. LA MUSICA E' SCELTA DA DJ PERY.

Durante l’apertura di Pasqua, la vicina piazza Tripoli veniva invasa da centinaia di giovani con tende e sacchi a pelo provenienti da tutt’Italia ed al calar del sole, un cordone colorato e “rasteggiante” di questi giovani, raggiungeva a piedi quello che era diventato il cuore della night life di Rimini, la “Mecca”.

(Rubens) - (Pery)

Sopra alcune immagini del Melody Mecca con i caratteristici teli bianco e gialli.

Curiosità: Alla Mecca venivano utilizzati i mitici giradischi LAD (London Acoustic Developement), il modello nello specifico era GAY 942-SP, di produzione inglese in vendita nella metà/fine anni 80. Una particolare caratteristica era quella di avere il pitch + e - a rovescio ma tra i pochi con la regolazione +/- 16. In molti casi si montava su questi piatti un braccio JELCO mod. SA 370-D con smorzamento a olio.

DJ RUBENS: Luca Reggiani, uno dei Dj più conosciuti d'Italia e i motivi sono molteplici. La sua storia è molto particolare, perchè è legata ad un periodo molto particolare. Inizia la sua carriera suonando in vari locali, come il New York, il Bobo, la Baia degli Angeli quando stava chiudendo, ma il locale che lo renderà famoso sarà il Les Cigales, questo locale si trovava a Bedizzole in provincia di Brescia. Al Les Cigales lavorerà in coppia con Meo. Rubens proponeva sempre una selezione musicale molto particolare. La sua selezione musicale spaziava dal funky, dance, jazz, ecc, grazie alla sua sensibilità proponeva musica sempre diversa e molto raffinata. Lavorerà nei locali di mezza Italia, parteciperà a molti afro raduni, sia singolarmente che con altri d.j come Rudy Franceschi e sopratutto con Mozart, con il quale ha sempre avuto un rapporto di grande amicizia. Rubens per quanto molti non possano crederlo, non è il nome d'arte, bensì il suo vero nome. Quando nacque, il comune non volle registrarlo perchè non era un nome italiano. Nonostante questo episodio, proprio questo nome è stato il suo portafortuna nella vita come nel lavoro. Nei suoi anni di carriera ha portato avanti diversi discorsi musicali giungendo alla piena ralizzazione di se stesso come artista e come persona. Non rimpiange nulla del passato, anche se in tutti questi anni si è fermato più volte per fare un po' d'ordine dentro se stesso. L'unico errore se così lo si può chiamare, a suo dire è quello di non essersi accorto prima del potenziale che aveva, e di non averlo sfruttato al massimo......beh c'è ancora tempo!!

Approfondimento (da la Gazzetta di Mantova di venerdì 14 ottobre 1966) .. a Castelgoffredo, per iniziativa personale di Sergio Medola, è stato costruito uno fra i più ampi e moderni dancing d'Italia.
Si considerino i particolari che lo riguardano: la costruzione è lunga 70 metri e larga quasi 30; la pista da ballo vera e propria è capace di 600 coppie circa, cioè 1200 persone. Altre 1400 persone possono trovare posto a sedere attorno alla pista, la pizzeria ne ospita altre 400, ed altrettante persone possono stare comodamente al bar.
Il fabbricato presenta inoltre un grande atrio di ingresso, dove verranno sistemate le vetrinette della pubblicità, il guardaroba, i servizi ed un palcoscenico di sei per dieci, agibile non solo per orchestre ma anche per spettacoli di varietà.
Il progetto estroso e di assoluto buon gusto, dovuto all'ing. Arturo Brunelli, del luogo, ha previsto, com'era logico, un grande piazzale-parcheggio, la tettoia per l'acquisto biglietti d'ingresso e quanto altro si è reso necessario per dare all'ambiente eleganza e funzionalità.
Aria condizionata, distribuzione intelligente delle sorgenti di luce, colori riposanti. A battesimo lo terrà, in serata di gala, domani sabato 15 ottobre la regina del "ge ghe ge" Rita Pavone per la prima volta nella provincia di Mantova.

IN PROVINCIA DI MANTOVA A CASTELGOFFREDO VI E' UN LOCALE STORICO (DAL 1966) IL SAYONARA , MENTRE SPOSTANDOCI SOLO DI POCHI CHILOMETRI A CASTIGLIONE D. STIVIERE NEL 1980 NASCE MELAMARA , UN LOCALE CHE VIDE IMPORSI AL PUBBLICO AFROMANE RUDY FRANCESCHI COME RESIDENT, SUPPORTATO DA JOELE . QUI PERIODICAMENTE SUONAVA ANCHE ROBERTO LODOLA, CHE ALTERNAVA LE SUE PERFORMANCE TRA LE PROVINCIE DI MANTOVA E DI PARMA....IN PARTICOLARE AL MONDO BLU' DI BUSSETO.

Anche il Futura di Colorno (PR) è un pezzo di storia dei locali alternativi, contraddistinto da una precisa ricerca musicale: è qui che per la prima volta si è affiancato un percussionista di ruolo alla scaletta del DJ. (cit. Mauro Giovanardi)

Foto sopra: immagine recente del Futura a Colorno.

Foto sopra, due indiscussi protagonisti del Mela: lo storico resident Rudy e il patron Gianni Togni

Sopra alcuni fly del Melamara e al centro Roberto Lodola.

Approfondimento. La parola a Rudy Franceschi: "Il "Melamara" di Castiglione delle Stiviere nasce nel 1980 e chiude nel 1989. I proprietari intendono creare un locale alternativo, all'avanguardia. Parte dei titolari rappresenta un gruppo industriale che fabbrica luci, fari e attrezzature per le discoteche, i teatri, i concerti e il mondo dello spettacolo. Il direttore artistico è Gianni Togni, sicuramente uno dei gestori all'avanguardia nel settore dello spettacolo e dell'intrattenimento da discoteca. In quegli anni era di moda la musica funky, in coda al fenomeno disco degli anni '70. Mentre le discoteche tradizionali mandavano musica disco commerciale, il "Melamara" parte con la musica alternativa che includeva, oltre al citato funky, musica e suoni da ogni parte del mondo: dal Brasile al sound nord-europeo tipicamente elettronico e new age, ma non mancarono nel corso degli anni influenze musicali arabe, indiane, reggae e latino-americane in genere". Continua Favalli responsabile delle luci (uno degli elementi innovativi del locale), vicino da sempre alla proprietà della discoteca: "Furono anni incredibili. Un periodo bellissimo. Oltre a Togni, c'erano Cason e Zambelli quando il "Melamara" parte (più avanti entriamo io e Pasotti). C'è da dire che il locale, nei primi anni, ha due facce e, quindi, due clientele diverse: una alternativa, che ne segna da sempre la vera anima e la particolarità, l'altra, che dura fino al momento dell'attentato, è quella che possiamo definire della "Castiglione bene". Il mercoledì e il sabato sera si fa concorrenza al "Sesto Senso", la discoteca più famosa di Desenzano. La domenica, invece, è regno delle serate funky cui si affiancano i grandi nomi dello spettacolo di quegli anni: Mia Martini, Enrico Ruggeri, i Righeira, ma anche i comici che iniziano, di riflesso dalla tv, a girare nei locali. Al "Melamara" arrivano Beppe Grillo, Greggio, D'Angelo, Faletti, Zuzzuro e Gaspare, protagonisti di un episodio divertente. Prima della loro serata il manager disdice il tutto. Il locale è pieno e temiamo il peggio, in senso buono ovviamente. La correttezza dei due artisti è esemplare: inviano un messaggio audio, da far passare in sala e alle radio locali, nel quale si assumono la responsabilità dello show mancato e invitano tutti alla data successiva". La piccola, ma ricca, Castiglione degli anni '80 ha dunque due volti: da un lato, alternativa e collegata ai grandi flussi dei locali trasgressivi (Les Cigales, Cosmic, Typhoon in zona, ma anche altri come Manila, il Bobo, il Futura, solo per citarne alcuni) che, come giustamente ricorda Franceschi, nascono attorno al fenomeno afro-funky. àˆ questa la coda degli anni '70, il post-ubriacatura degli anni di piombo, il post-77 bolognese.Viene meno l'impegno, prende piede la disillusione e nasce la voglia del divertimento alternativo, per chi è diretto erede di quegli anni, e il desiderio di essere "alla moda" per chi, invece, di quegli anni è stanco e non vuol più sentirne parlare. Ecco le due anime del "Melamara". Musica a tutto gas.
Il locale vede succedersi e convivere, sul palco e in sala, sfilate di moda della nascente boutique d'alta moda "Zanotti" di Castiglione e la musica di dj quali Rubens, Joele, Meo e Franceschi, icone del movimento afro-funky. Il "Melamara" è queste due anime: dal soul e pop-music italiana e straniera ai concerti afro con suoni africani, brasiliani e reggae, fino ai non-stop domenicali (dalle due del pomeriggio a notte fonda). Continua Rudy Franceschi: "Così il "Melamara" ospitava dj nazionali molto famosi. Nel corso degli anni, in Lombardia e Veneto, prende piede il fenomeno afro-funky, partito dalla famosa discoteca di Gabicce "Baia degli Angeli" e portato in provincia di Brescia alla discoteca "Les Cigales" e, sul Lago di Garda, al "Cosmic". Io sono stabile al "Melamara", come dj, fino alla chiusura nel 1989. Nel biennio 1983-85 questa musica attira masse di giovani dal Nord-Centro Italia, e con me lavorano dj del calibro di Mozart, Baldelli, Rubens, TBC. Nascono feste a tema, serate di musica non-stop che attirano a Castiglione migliaia di giovani, tanto da costituire spesso problemi di ordine pubblico, ma anche ricchezza e lavoro per bar e ristoranti. Il "Melamara", insomma, diventa un locale conosciuto in tutta Italia. I gestori investono molto in luci e tecnologia e qui si vedono, per la prima volta, giochi laser e ogni tipo di novità nell'ambito dello spettacolo. Il "Melamara" diventa il locale chiave in fatto di innovazione nel settore "Serate".
In verità il "Melamara" è stato all'avanguardia in fatto di musica e luci, con serate che ancora oggi sono ricordate come affascinanti e rare" afferma Favalli, che della discoteca era l'addetto luci."Abbiamo fatto feste uniche: da quelle di Carnevale, famose e ben frequentate, fino a serate a tema. Ne ricordo una brasiliana, con la sabbia, una piccola foresta ricostruita all'interno e un sole, fatto di led luminosi, che sorgeva e illuminava tutto. Il locale era omologato per 450/500 persone, ma in una serata erano almeno 2.000 quelle che vi transitavano. La festa di chiusura poi, nel maggio del '89, ha toccato le 15.000 persone". Sono numeri imponenti per una discoteca di paese situata lontana dal lago di Garda. Ma la fama del locale, che cresce in modo esponenziale nella gestione quale "Melamara", è nota dagli anni '50, quando si chiamava "Olimpo". Si tratta prima di una balera, poi di una discoteca con musica dal vivo. I gruppi storici del rock and roll castiglionese, fra i quali "Gli Spaccapietre" e "I Sanniti", si fanno le ossa e il loro successo nasce, cresce e si consolida proprio in questo locale. Qui la clientela è diversa da quella del successivo "Melamara": ma è un'altra epoca, un'altra Castiglione che scopre il boom economico e le lotte sindacali degli anni '60 e '70. L'Olimpo" chiude e diventa "Momy e Sally" e poi "Djumbo" e infine "Melamara" nel 1980. C'è, dunque, una lunga tradizione di serate danzanti legate all'edificio che ospita i vari locali. Tutto questo comporta feste e divertimento, ma anche disagio per la popolazione del paese, che negli anni cresce fino a diventare vero e proprio malessere e intolleranza al locale e alla sua gente. "La storia di questa discoteca - prosegue Rudy Franceschi - divenuta ancor prima di chiudere il simbolo di un mondo dove si suona la musica americana e, in genere, la musica dance alternativa, finisce perchè, essendo situata al centro del paese, ogni week end migliaia di giovani arrivavano a Castiglione creando rumore e confusione. Una parte della cittadinanza residente vicino al locale fa esposti in continuazione e così polizia, carabinieri, finanza, nas continuano a martoriarci con ispezioni e controlli vari".Prosegue Favalli: "Si cercava in ogni modo di organizzare il tutto nel migliore dei modi, ogni serata, dentro, era gestita al meglio. Il nostro obiettivo era che tutto fosse in regola e funzionasse al meglio. Gli sforzi erano immensi, ma la gente era davvero tanta e fuori dal locale, ovviamente, non eravamo responsabili di quello che accadeva". Qui parla la gente di Castiglione che ricorda feste di Carnevale con lancio d'uova, ma anche caroselli di ragazzi e ragazze, accampamenti nell'allora sterrato piazzale Olimpo. La storia del locale incrocia quella di un piccolo bar, in località Bertasetti, in aperta campagna, dove molte persone si ritrovano prima di andare al "Melamara". I castiglionesi li chiamano "i baiùs", i "baiosi", e tutto ruota attorno a ex-hippy del paese, che trasformano questo piccolo bar in una "zona franca" di cui oggi nessuno sotto i 40 anni ha memoria.
La chiusura del locale è nel 1989 con una festa che resta negli annali. Ma la vicenda che porta a questo evento è lunga. "Il locale - prosegue Rudy Franceschi - balza alle cronache per l'arresto di 2 giovani terroristi che, durante la festa di Carnevale del 1984, cercano di incendiare la discoteca affollata di persone. Al "Melamara" i due giovani vengono "catturati" dal personale security e consegnati alle forze dell'ordine, evitando per poco il linciaggio. Nel corso degli anni questo episodio assume toni inquietanti e parecchie trasmissioni in Rai hanno ricordato l'evento intervistando me e il gestore Gianni Togni per cercare di far luce sulla vicenda, denominata poi "Caso Ludwig". I giovani furono condannati per questo e altri episodi simili". Si tratta del fatto di cronaca più importante legato al "Melamara", che ne segna la fine. Il 4 marzo 1984 i due ragazzi, al secolo Marco Furlan (1960) e Wolfgang Abel (1959), due serial killer che commisero omicidi nel Nord-Est dell'Italia e in Germania rivendicati con il nome di "Ludwig", appiccano il fuoco all'interno del locale locale utilizzando due taniche di benzina. "Si sentiva un odore acre e molti ragazzi ci indicavano che proveniva dalla zona in cui si trovavano quei due - ricorda Favalli - Fu un attimo e le fiamme divamparono. La gente fuggì tutta fuori. Furlan fu fermato all'ingresso da una folla inferocita, Abel fu preso ancora dentro. Caricati sulla macchina della polizia sono letteralmente assaliti. La macchina viene spinta ovunque, le forze dell'ordine devono fuggire a sirene spianate per farsi largo nella folla". Ciò che colpisce, oltre il fatto in sè, è l'origine sociale dei due giovani, figli dell'alta borghesia veronese. Marco Furlan è figlio del primario del Centro grandi ustionati di Verona in procinto di laurearsi a Padova, in Fisica. Wolfgang Abel è figlio di un consigliere delegato di una compagnia assicurativa tedesca e viveva a Negrar, provincia di Verona, laureato in Matematica, lavorava con il padre. Condividevano, con il gruppo che frequentavano, l'idea di "ripulire il mondo da barboni, omosessuali, tossicodipendenti". Gli obiettivi erano cinema a luci rosse e discoteche. Il "Melamara" si presta, nella loro torbida mente, per questa tipologia di operazioni. Dopo questo fatto la discoteca resta chiusa un mese. Si riprende, ma il pubblico della castiglione bene è spaventato dalle rivendicazioni del gruppo "Ludwig", che minaccia ritorsioni. L'altra faccia del "Melamara" continua, invece, il suo cammino, ma ormai qualcosa è cambiato. La gente del paese si lamenta di continuo e i cinque anni che passano dall'attentato alla chiusura sono, nei racconti dei castiglionesi, caldi e caratterizzati da continui disagi. I tempi cambiano. Nasce Radio Azzurra, che alimenta il fenomeno afro-funky, nascono nuovi locali, nuovi dj, nuove feste. Il "Melamara" funziona, ma lentamente qualcosa sta cambiando. Sono cinque anni di successi, ma sono anche quelli che portano alla fine di questa storia. "Nel maggio del 1989 è memorabile la chiusura - afferma Rudy Franceschi - perchè circa 15.000 persone arrivano da tutta Italia e anche dall'estero per l'ultima notte. Da allora il passaparola sul "Melamara" e la sua musica cult è rimasto un richiamo e mi dà l'occasione per essere richiesto in feste "Remember Melamara" un po' ovunque nel Nord Italia, sempre molto frequentate. Ho deciso poi di registrarne il marchio alcuni anni fa per tutelare l'immagine e il ricordo che tanti giovani hanno avuto di questo storico locale". Presente.
Il "Melamara" chiude il 6 maggio del 1989. Tutto resta fermo li, esattamente come quando si spengono le luci. Sui tavoli, oggi, oltre alla polvere, ci sono ancora i bicchieri sporchi di quella festa, oltre ad alcuni giubbini e borsette. Una serranda azzurra che arrugginisce nel tempo è l'unica testimonianza del locale. Niente insegne. La parete esterna ospita gli annunci mortuari. Le mura e il tetto marciscono lentamente. Nella primavera di quest'anno crolla una parte del tetto nella zona del guardaroba e della cassa. La "memoria Melamara" riaffiora a Castiglione. Si deve fare qualcosa. Il Comune interviene e i proprietari dei muri (in causa con i gestori del locale da anni) decidono di mettere mano all'immobile. Oggi un cantiere è stato aperto e presto lo stabile sarà trasformato in unità abitative e negozi. Di quella storia resteranno solo fotografie e ricordi collettivi, finchè dura. Il 24 aprile 2008 il Tribunale di sorveglianza di Milano affida Marco Furlan ai servizi sociali. La notizia fa scalpore. Il 9 gennaio 2009 Furlan è libero dopo che fu arrestato a Creta nel 1991 dove noleggiava auto ai turisti, in aeroporto, con documenti falsi. Aveva tentato il suicidio dopo l'arresto e l'1 febbraio 1991 era scappato dopo la sentenza definitiva di 27 anni di carcere. Anche Abel tenta la fuga, ma è preso l'8 febbraio 1994. Ha dichiarato in una recente intervista: "Non ho fatto parte di nessuna organizzazione neonazista. Sono sempre stato uno studente modello, passavo la mia vita a studiare e a divertirmi, come qualunque ragazzo normale. Il "Melamara"? Eravamo io e Furlan, ma questo fatto non ha nulla a che vedere con "Ludwig". Era soltanto una vendetta per passate rivalità tra discoteche. Alcuni ragazzi ci avevano pestato i piedi e noi non volevamo fargliela passare liscia". Autore: ceu

.....in questa immagine uno scorcio dell'interno del Melamara

A Reggiolo (RE) nasce nel 1967 il bar ristorante e sala da ballo "DueStelle" ....la sua fondatrice Gilda Ficarelli lo ha tenuto in gestione per molti anni e lo ha trasformato in uno dei luoghi più noti e frequentati della Bassa reggiana. Aprì con i figli il locale da ballo, in via Amendola, in un capannone, poi più volte ampliato. Per oltre un ventennio, il Due Stelle è stato uno dei punti di ritrovo preferiti dai giovani reggiani e dintorni. Vi sono passati cantanti e orchestre più in voga. Poi si è aggiunto il ristorante. Il locale è stato quindi trasformato in discoteca, la chiusura della disco è stata nel 1992....ora è sala Bingo (ancora gestita fa Ferruccio e Renzo figli della titolare storica.

Il Variety (Casteldebole Bologna) merita di essere citato perchè prima era un locale a luci rosse, si chiamava Cine-Teatro Lux, diventato Variety intorno a 83-84, faceva musica commerciale, durò pochi anni prima di diventare Matis, locale house di tendenza esistente tuttora...
In realta la prima idea partorita da quel genio di Ballandi,era di creare un locale,a Bologna dove potevano coesistere set cinematografici,spettacoli teatrali,teatro di posa,produzioni televisive,purtroppo come Variety fu incompreso....la disco venne dopo
(fonte A.Pedevani).

Altro club, questa volta del centro Italia, che ha fatto dell'afro-funky parte del suo programma artistico è il Manila di Campi Bisenzio (FI). Il locale, nato da una sala da ballo chiamata Milleluci, era di proprietà della famiglia Banchelli, quella del cantante Rodolfo. Il Manila, insieme al Tenax erano locali molto frequentati negli anni ottanta. Denominato "Manila in the Jungle" la discoteca era agghingata con improbabili palme di plastica e piscine gonfiabili all'esterno. Sicuramente il dee-jay che ha maggiormente contribuito al successo del Manila è Stefano Noferini, la cui carriera artistica nasce a Firenze in questo club nell'estrema periferia e prosegue fino ad arrivare nei locali più acclamati d'Europa come il Ministry of Sound di Londra o lo Space di Miami; Afferma ancora oggi Noferini:" «Ogni volta che salgo in consolle, o che faccio un disco, non posso rinunciare a ripartire da lì, dalla musica di quegli anni, dal funky alla new wave alla nascita dell'house, perché la musica è come la moda, torna spesso a guardare indietro, prende modelli del passato e li trasforma. E quel passato è bellissimo»."

Ad Asiago alla fine degli anni ottanta apre lo Snoopy...in tanti anni di attività il locale non ha mai chiuso nemmeno per un sabato e la gestione fu affidata a due fratelli e alle rispettive mogli. La discoteca all iniziò aveva una sala soltanto poi ne è stata aperta una sopra e negli anni 2000 se ne è aggiunta un'altra pensata inizialmente per il ballo liscio ma poi tenuta per le serate organizzate divenute di voga all'inizio della seconda decade 2000. La discoteca senza mai aver investito in un minimo di pubblicità o rinnovi ha sempre avuto molta affluenza di pubblico specialmente dal 2000 al 2015. Il genere musicale nella sala sottostante (chiamata bunker) è sempre stato l'afro/funk/reggae e rock. Si sono alternati piu dj ma Fabio,Efrem e Silvano sono stati resident per diverse stagioni dando una vera identità al locale. (cit.Paola Brusamolin Event-Promoter e Organizzatrice di Eventi allo Snoopy di Asiago e per altri locali dell'Altopiano).



Parliamo anche del Tivoli Music Hall di Travagliato (BS) che dopo essere stato innaugurato nel 1969 con un concerto di Mal e dopo aver fatto ballare due generazioni...è stato demolito completamente per far posto ad un moderno complesso commerciale...nella foto sotto ecco come appariva poco prima della riqualificazione.

Foto sopra: il PikPak di Crespellano (BO) dove inizia la carriera artistica di Giancarlo Lelli nella stagione 1982/83 subito dopo l'esperienza al Beethoven..il locale si chiamò in diversi modi: Pick Pack..poi Extasy (Gerardo Jerry Buonocore dj dal 1985 al 1989) ..Le Pois e infine Il Tempio..
Nel periodo fine anni 70 metà anni 80 venne considerato da molti "cheap" cioè di seconda scelta e comunque snobbato dalla maggior parte della clientela che preferiva altre location alternative nella zona di Bologna... Per esempio il Ciak, l'ArtClub, Chicago, piuttosto che l'Arlecchino, oppure il Vinavil/Thriller...Small per finire con il Kiwino. La sigla rock del Pik Pak era Hell Bels degli AcDc e tra i nomi che figuravano nella consolle c'erano anche Mandrillo e prima Persuader. Nella foto sotto ecco come si presenta negli ultimi tempi il Tempio. (cit. Gianni Calanchi - Maurizio Gubellini - Gerardo Bonocore)

Nel settembre del 1979 apre i battenti anche il Boomerang di Ponterotto (PD)....prima che di chiamasse Boomerang si chiamava Diana 1. Nel 1978 inizia qui Giovanni Turiaco fino al 1986 con una pausa di undici mesi per il servizio militare. Dal 1984 e fino al 1988 comincia la collaborazione anche di Michele Gamy.

ALTRI LOCALI, CHE POSSIAMO DEFINIRE STORICI, PER LA LORO REMOTA FONDAZIONE, NASCONO IN QUESTO PERIODO: 1975 A S.MARIA CO' DI FIUME (FE) L'ARLECCHINO.....

L'Arlecchino nacque nel 1950 e venne aperto dal mitico "Tonino" Mingozzi. Da quell'anno fino al 1975 si proponeva solo liscio con orchestre-live. Tutto cambiò con l'arrivo di un giovane DJ,Mauro che proponeva la disco-dance dell'epoca e fu resident fino al 1978 quando arrivò Daniele Mei (DJ Meo), dopo di lui fu la volta del grande Livio nel 1979, Flavio Vecchi nel 1980, poi ancora Livio fino al 1982.
Nel 1983 ci fu la svolta, l'Arlecchino cambiò giorno di programmazione (dal mercoledì si passò all'attuale venerdì) e vennero presi 2 giovani dj's bolognesi: Maurizio Gubellini e Giancarlo Lelli, (dopo un anno sostituito nel periodo di leva da Umberto "Umbi" Damiani). Dopo il ritorno di Lelli il trio diventò famoso ma purtroppo durò poco...il primo ad andarsene fu Gubellini nel 1988 e i resident rimasero in 2, a scelta musicale si fece marcatamente più funky (e all'epoca fu una scelta assai azzeccata). Il successo del duo Umberto-Lelli continuò indiscusso fino al 1993, anno in cui Umberto lasciò, al suo posto venne un altro giovane dj bolognese Frank...

Sopra un'immagine risalente al 1995 della consolle dell'Arlecchino con Giancarlo Lelli e Frank

Nella foto sopra Giancarlo lelli alla consolle del Beethoven (locale molto in voga all'epoca a Riale in provincia di Bologna) ....sullo sfondo si intravede anche il compagno di consolle Maurizio Gubellini.....il Beethoven fu il locale dove iniziò la carriera da professionista Giancarlo Lelli, prima di approdare al Pik Pak di Crespellano e poi all'Arlecchino di S.Maria...siamo nel 1982!!

1977, IN PROVINCIA DI FORLI' A RONCOFREDDO, PRENDE PIEDE IL MUCH MORE (POI BELFAGOR).

Foto sopra: siamo al Chicago nel 1986...in consolle Claudio Tosibrandi mentre un altro grande personaggio sta aspettando il proprio turno appoggiato al cancelletto....è Cirillo poi diventato un dj di fama mondiale...(alcune tappe della sua carriera Pharasard Padova, Cocoricò Riccione)....notare in consolle i mitici piatti Micro (impianto fatto dalla Masters di Gambettola).

NEL BOLOGNESE, PRECISAMENTE A BARICELLA C'E' IL PAP , IN QUESTO LOCALE ALL'EPOCA POCO CONOSCIUTO LAVORA DJ MEO; PROPRIO DA UN'IDEA DI MEO E DEL PROPRIETARIO DEL PAP, BIBI BALLANDI, NASCE IL CHICAGO , TRA I DJ'S RESIDENT OLTRE A MEO ARRIVANO SPRANGA E EBREO.

...sopra un'immagine storica della consolle del Chicago risalente al 1980...da sinistra si riconosce Spranga, l' Ebreo e l'art-director Renato Curatola..

dj Ebreo

....la consolle del Chicago nel 1985.......Claudio Tosibrandi e Mauro Ebreo Berretti.

Foto sopra: dj Spranga a 17 anni resident alla Discoteca "Le Ruote" Marina di Ravenna

Foto sopra: Spranga, Bibi Ballandi e Mauro Berretti....Bibi Ballandi scompare nel 2018 all'età di 71 anni, fu produttore televisivo. Uno dei suoi più stretti collaboratori era il ravennate Oriano Casadio che nel 1979 fu uno degli ideatori della trasformazione del cinema di Baricella in discoteca. Nacque così il Chicago. Ballandi e Casadio collaborarono nel 1983 anche alla nascita del Bandiera Gialla a Rimini...quest'ultimo fu un evento straordinario perchè rilanciava gli anni60 e coniugava perfettamente con la voglia di Ballandi di fare televisione...non a caso il Bandiera Gialla divenne sede di importanti programmi televisivi quali Be Bop A Lula, Blitz con Gianni Minà, Beato tra le donne con Bonolis. In seguito dopo la nascita della Ballandi Multimedia inizia una grande collaborazione con Rai per poi proseguire con altri editori televisivi. Ballandi contribuì anche al lancio del parco divertimenti Mirabilandia...in questo caso l'idea vincente fu di abbinare il Parco con dei programmi televisivi. Proprio dagli studi di Mirabilandia andò in onda la trasmissione di successo di Renato Zero....Tutti gli Zero del mondo.

MARABU' (RE)
Venerdì 21 ottobre 1977 inaugurava la sua prima stagione il Marabù. Tra i soci fondatori, Ivo Callegari, Sandro Gasparini e Marcella Bella. Aveva un vasto parcheggio in cui potevano trovare posto fino a 1.500 auto, il suo aspetto architettonico, venuto alla luce nello studio dell’ingegnere reggiano Silvestro Lolli, moderno e funzionale realizzato dalla I.R.Coop in 2 anni circa di lavoro, era caratterizzato da un tunnel d’accesso in cemento, punto focale dell’intera struttura, accessibile da 4 parti diversi. Questo tunnel immetteva direttamente all’interno del locale e da qui si aveva istantaneamente una panoramica completa. Due le piste da ballo, la più grande delle quali, di circa 300 metri quadri, un palco per qualsiasi tipo di spettacolo e 3 bar, uno per ogni soppalco. Le strutture vennero realizzate in acciaio vetro e cemento e gli spazi interni, sedute e moquette, erano state realizzate con materiali totalmente ignifughi; l’impianto di ventilazione e riscaldamento venne dedicata particolare attenzione con il montaggio di 150 prese di mandate e uscite per garantire a 3000 persone oltre 40 metri cubi di aria pro capite. L'impianto acustico all'avanguardia rese possibile registrazioni dal vivo con risultati ottimali. In quel periodo la figura del deejay non era ancora predominante, si ballava ascoltando le grandi band del momento, che proponevano generi musicali anche molto diversi, motivo per cui al suo interno si trovava un palco di 150 metri quadrati che insisteva su una pista da ballo grande più del doppio. Questo locale iconico ha ospitato eventi di spicco, serate di varietà e concerti dal vivo con nomi di richiamo come Vasco Rossi, Beppe Grillo e Grace Jones. All’interno del Marabù era come sognare in technicolor: il colore era vero, effettivo, luminosamente caldo. Attorno alla pista tavoli e divanetti a perdita d’occhio garantivano oltre 2.000 posti a sedere. Il successo di questa discoteca fu travolgente tanto che nel 1986 (nell' area retrostante che già ospitava le piscine) nasce, dopo 2 anni di intensi lavori, il Marabù Starlight, una discoteca estiva da lasciare a bocca aperta !! 3 piste 6 bar, il lago con la cascata, il fiume che dal lago attraversava tutto il locale, fontane con giochi d' acqua e di luce, il parco nella collinetta sul fondo della discoteca e tanto altro ancora, un vero paradiso terreste...Starlight letteralmente “luci stellari”. Iniziano collaborazioni con "pool" di dj's: Enzo Persueder, Marco Campagnoli e Gigi Pattacini (subentrarono alla prima coppia di dj che inaugurò il Marabù, si trattava di Jimmy e Nadia) e ancora Bonvi (Fabrizio Bonvicini) e Lucio Vannelli..Stefano Puviani, Daniele Davoli, Stefano Gambarelli, Benny Benassi (allora solo Marco Benassi che tanto successo ha ottenuto oltre oceano). L'impianto luci, molto complesso richiedeva grande competenza e preparazione, fu affidato ad un tecnico luci di nome Adriano Più poco tempo dopo sostituito da Irish al secolo Maurizio Andretta che divenne il lightjay storico del Marabù. Una vera e propria via di mezzo tra un parco acquatico (fontane e una piscina all’aperto) e una discoteca. Con l’apertura dell’estivo si raggiunse il massimo della capienza, ben 10.000 persone, diventando uno dei locali più grandi d’Europa. Sul finire degli anni novanta, i locali più grandi fanno i conti con gli enormi costi di gestione spesso accompagnati da affluenze ridotte....il Marabù è tra i primi a cadere chiudendo definitivamente i battenti il 29 settembre 2000. Tre anni più tardi viene demolita l’area esterna per far posto a cinque capannoni artigianali.

IN PROVINCIA DI BERGAMO, A SOLA, IL PRIMASTELLA PROPONE MUSICA ALTERNATIVA CON PIER KUCÈ E PEDROS.

IL VINAVILLE ( O VERDELUNA O THRILLER ) A IMOLA (BO) PROPONE ALL'INIZIO DEGLIA ANNI 80 UNA BUONA ALTERNATIVA AL COMMERCIALE CON DJ MOZART, COSI' COME L'ARLECCHINO A S.MARIA CO DI FIUME (FE) CON DJ LELLI , DESTINATO A DIVENTARE UNO DEI PIU' GRANDI TEATRI DELLA MUSICA FUNKY.


Negli anni '60 nasce, ad Imola, quella che sarebbe diventata la discoteca Cap Creus. Con l'iniziativa della famiglia Spoglianti è nato un locale che si proponeva al pubblico come dancing. Il nome del club era Verde Luna. Verso la fine degli anni '70 cambia il prodotto artistico del locale. Si abbandonano le atmosfere da dancing per abbracciare quelle di discoteca. Cambia anche la programmazione artistica con il genere rock che diventa protagonista delle serate del Verde Luna.
Sono anni importanti per il locale che diventa una valida alternativa alle altre discoteche storiche della zona: il Baccara di Lugo (RA) e lo Small (ideato da Red Ronnie) a Pieve di Cento (FE). In questo periodo la consolle del locale vede protagonisti alcuni dei più famosi dj del periodo. Personaggi come Mozart e Rubens. Qualche anno dopo il locale abbandona lo storico nome di Verde Luna. In pochi anni il nome cambia in Vinavil, poi Thriller, poi Cap Creus e Cinque Sensi. Verso la fine degli anni '90 viene rinominato Cap Creus ad ancora oggi è conosciuto con questo nome. Il Cap Creus è una delle storiche discoteche della vita notturna emiliana. Il locale di Imola, dagli anni '60 ad oggi, è stato uno dei punti di riferimento per diverse generazioni. La situazione Cap Creus è stata storicamente ospitata all'interno della struttura del ristorante "La Volta", sulla Provinciale Selice.
Nel corso di questi decenni il Cap Creus ha cambiato pelle poche volte. Nato come dancing si è trasformato in discoteca. Nel corso degli ultimi anni di attività (stagione 2010/2011) il Cap Creus proponeva musica house, r'n'b, reggae e rock. Fra le guest più famose proposte dal Cap Creus figurano gli Eiffel 65, Joe Dibrutto, Maceo Parker, Rexanthony e tanti altri ancora.
Difficile però riaprire il mitico ‘Cap’ da un’altra parte visto che in oltre quarant’anni di onorata carriera non ha mai cambiato ‘casa’. Da sempre di proprietà della famiglia Spoglianti, ad aprirlo fu il padre di Maurizio e all’epoca si chiamava dancing Verde Luna, non una balera, ma sicuramente qualcosa di ben lontano da quello che sarebbe poi diventato. Solo verso la fine degli anni Settanta arriva la svolta rock che gli dà il taglio della discoteca vera e propria, in aperta concorrenza prima con lo Small di Red Ronnie a Pieve di Cento e poi con il Baccara di Lugo.
Nel corso dei decenni da Verde Luna la discoteca diventa il Vinavil, poi Thriller, poi Cap Creus e ancora Cinque Sensi e di nuovo Cap Creus, ma il puzzle è complesso e probabilmente per strada abbiamo perso qualche tassello.
Tra i volti storici del ‘Cap’ spuntano quelli dei dj che hanno costruito l’anima del locale, basti pensare a Mozart (resident prima al Vinavil nel 1982/83 poi al Thriller nel 1983/1989), Rubens, Maurizio Spoglianti (dj IL Vecchio gestore del locale dai tempi del Verde Luna, Maselli (al Thriller nei venerdì "It's Funky") ma anche dj Barnaba (il sabato "afro funky"). Mentre la domenica era solo reggae con dj Papa Face.



Approfondimento Gianni Maselli: lavora nel mondo delle discoteche dal 1978, anno in cui esordì come disc jokey al locale “Eva 2000” di Lido Adriano (RA), da allora molti sono i locali dove egli ha suonato, ricevendo tantissimi apprezzamenti per le sue selezioni musicali, tra cui ricordiamo: il “Bobo” a Misano Adriatico (sempre nel 1978), lo “Xenos” a Marina di Ravenna, che lo vede in consolle dal 1980 al 1985, il “Baccara” a Lugo (RA), il “Thriller” a Imola (Bo) in cui lavora per tre anni (dal 1985 al 1988), il “Cap Creus” sempre a Imola (BO) dove suona dal 1990 al 1994, i locali del riccionese “Ecu” e “Cocoricò”, ed infine il Kojak a Porto Fuori (RA) in cui è disc jokey fisso dal 2000 al 2004.
In questi anni ha realizzato alcuni album in stile etnico/funk/elettronico: “KOJAK COOL DANCEHALL vol 1” (2002), “PROGETTO ETNICO” (2004), “TRIBUTO ALL’AFRICA” (2005), “THE SILK ROAD (2008)” e “Sawasdee “2011 in stile orientali-lounge-jazz.

......nel 1971 la discoteca "da Tino" era una delle tre sole esistenti in tutta la Romagna.....a Massalombarda (RA)

...nel 1979 era il locale in alternativa alla Baia,oltre che al New York, bella musica e gente quella del Columbus...nell'80 ancora,dj Max.. (cit.Dante Maffei)

APPROFONDENDO: “Donna Summer partecipò all’inaugurazione del Piranha, la mitica discoteca che prese il via nel 1977 dalle illustri ceneri del Krakatoa Club a Falconara Marittima, in provincia di Ancona. I ricordi rendono tutto più misterioso, c’è una specie di scia che accarezza la memoria del tempo che sembra cambiare forma. “Abbiamo il nome per l’inaugurazione del Piranha” mi disse Tonino Carraro, l’indimenticabile Re delle notti marchigiane, colui che porto gli spettacoli impossibili nel mitico Covo Nord Est di Senigallia. Da Fabrizio De Andrè a Ray Charles tanto per fare due dei tantissimi nomi che chiamò alla sua corte. Avevamo inaugurato due anni prima il Carillon di Cesano di Senigallia con Gloria Gaynor ma ovvio che stavolta si volesse superare alla grande. Il nome era quello di Donna Summer, colei che sotto la regia musicale di Giorgio Moroder brillò a tal punto da far credere che neanche esistesse e che era il frutto di una magia in sala d’incisione. Eppure era tutto vero, soltanto due date in Italia, alla Capannina di Viareggio e appunto nelle Marche. Arrivò pure la carovana televisiva dell’Altra Domenica di Renzo Arbore che nell’occasione mandò come inviato Michel Pergolani. In seguito sflilarono pure James Brown, Grace Jones, Asha Putli e pure Van Mc Coy. Insomma è bello essere stati protagonisti sul serio.”

Da un’estratto pubblicato sul sito di Disco Diva.


Le "notti marchigiane di Tonino Carraro: in seguito ci furono oltre a tutti gli artisti italiani dai Pooh a Ivano Fossati, da Vasco Rossi (insieme ad altri cantautori emergenti) a Ilona Staller. Poi nomi internazionali di rilievo e su tutti James Brown, Grace Jones.
Il Piranha Club era uno dei tanti capolavori di quel Tonino (Tonino, nomignolo che ironia della sorte poco si addiceva a questo grande omone) Carraro che fece diventare la zona marchigiana una capitale nel mondo dello spettacolo negli anni 70. Con il suo irrecuperabile ed inconfondibile dialetto ligure egli aveva scritto una delle pagine più belle del mondo delle discoteche degli anni di fuoco, quando ci si divertiva davvero e si ballava sul serio. Covo Nord Est sul colle di Scapezzano a Senigallia...Carillon Club di Cesano di Senigallia....Papagayo a Senigallia e infine l’indimenticabile Piranha...scelte per la terra marchigiana che nel suo momento di massimo splendore, fra gli anni 75-80, avevano completamente azzerato il fascino della riviera romagnola. (Fonte disc jockey Kruger).

Citazione da Facebook: Claudio Ricotti: "Ciao a Tutti... vi rispondo come diretto interessato...nel 1980 al Piranha il DJ residente ero io e Luciano Laloni... poi nel 81 è arrivato Perugini al Posto di Luciano e abbiamo fatto la stagione assieme fino al dicembre 1982 ..in seguito sono partito per il servizio militare ed al mio posto è venuto Claudio Rossi ".

A PINARELLA DI CERVIA (RA), ALL'INGRESSO DEL PAESE PROPRIO VICINO AL MINIGOLF, SI TROVAVA IL MANHATTAN, IL CUI LOGO ERA RAPPRESENTATO DA IMPONENTI GRATTACIELI NEWYORKESI. DI PROPRIETA' DELL'IMPRENDITORE TONY GUERRINO, RAGGIUNSE IL SUO MASSIMO SPLENDORE NELL'ESTATE DELL'80 CON SPRANGA, L'EBREO, ORIANO CASADIO E GIL (GILBERTO BONZI). IL LOCALE E' ANCORA IN ATTIVITA' SOTTO IL NOME DI "ROCK PLANET".

IN RIVIERA ADRIATICA VI ERANO ALTRI LOCALI AFRO-FUNKY, IL BOBO DI MISANO, IL NEW YORK DI MIRAMARE ,LO SHAMPOO DI TORRE PEDRERA E IL BOOMERANG DI CALCINELLI (PS) CON FABRIZIO FATTORI E CICCIO MIX ( QUEST'ULTIMO POI TRAGICAMENTE SCOMPARSO IN UN INCIDENTE D'AUTO). IN PIEMONTE L'AFRO SI SUONAVA NEL TORINESE CON SERGIO FLASH AL BIG NEPHENTA E ANCHE A BEINETTE (CN) AL BIG APPLES.

Il Nepentha, che ha lasciato un magico ricordo nella memoria di quelli che l’hanno frequentato e di chi ci ha lavorato, prima e dopo aver questo nome è passato attraverso cambiamenti che mai ne hanno abbassato la qualità, anzi. Tutto iniziò nel 1970 quando Massimo Bersano (che curò tutta l’epopea del locale) grazie alla sua creatività e lungimiranza decise di aprire una discoteca diversa dai soliti canoni, il College, con sede in Via Le Chiuse 13 a Torino. Il College sin dall'inizio si distinse, tra le altre cose, per la sua rivoluzionaria musica fresca d’importazione. I Dj erano l’inimitabile Gabriele Di Lorenzo, Paolo Birolo e Raimondo Meridda. Al College si esibirono dal vivo nomi altisonanti quali, ad esempio, Electric Light Orchestra, Procol Harum, Huria Heep, Rory Gallagher, Arthur Brown e Demetrio Stratos.
Nel 1973 il College si trasformò in Punto, altra pietra miliare nella storia dell’intrattenimento a Torino. Al Punto si organizzavano, oltre al resto, sfilate di moda tra cui quelle dello stilista torinese Jerry Mazzone. Passarono inoltre in quegli anni, nel locale di Via Le Chiuse, nomi illustri quali Rudolf Nureyev, le Gemelle Kessler e Wanda Osiris. I Dj all’epoca erano Gabriele Di Lorenzo e Carlo Podda.

A metà degli anni 70 arriva il Nepentha con Gabriele Di Lorenzo che furoreggia in cabina coadiuvato da Sergio Fregapane " Penguin" e verso la fine da Sergio Flash. Anche qui possiamo trovare ospiti celebri come Irene Papas, Corinne Cléry e Franca Valeri. La moda era rappresentata da Gianmarco Venturi e Carlo Pignatelli, mentre i divertentissimi spettacoli sul palco erano sempre ben apprezzati. Il 1980 è l’anno del Gay Nepentha con una novità, la chiusura della domenica pomeriggio per dare un’immagine più “adulta” alla discoteca. L’apertura è dal mercoledì alla domenica con serate anticonformiste, Gabriele Di Lorenzo diventa direttore mentre al mixer, con Tore Rizzo e Johnny Sound System la tecnica e la scelta musicale la fanno da padrone. Continuano le visite di personaggi famosi: Renato Zero, Enrico Maria Salerno e Dalila Di Lazzaro tra i tanti. Gli spettacoli sono sempre un’attrazione per i clienti e l’atmosfera sempre festosa. Anche la moda trovava sempre posto ai tavoli del Gay Nepentha con i fratelli Versace insieme ai già citati Venturi, Pignatelli e Mazzone. Arriviamo all’ultimo capitolo di questa prestigiosa avventura quando nel mezzo degli anni 80 nasce il Top Nepentha, completamente rinnovato negli interni rispetto al passato. Mentre in consolle si alternavano Marco Trabbia e Carlo Podda, il successo si perpetuava così come il passaggio di frequentatori noti al grande pubblico: tra questi Gino Bramieri e Gianni Minà, ricordando che negli anni il locale era conosciuto anche come ritrovo dei giocatori di Torino e Juventus.
Prima di chiudere questa descrizione si vuole rammentare alcuni particolari che sono rimasti impressi nella memoria collettiva: il primo laser in Piemonte, il ristorante interno con una grande vetrata, il teatrino e, naturalmente, la pista con la sua curiosa forma. Si è volutamente tenuto per ultimo il bene più prezioso, ovvero i meravigliosi clienti a cui va la massima riconoscenza per aver fatto sì che la storia di un locale torinese diventasse leggenda.
Big Nephenta era una discoteca di Torino, dove sono finiti tutti gli arredi della Baia degli Angeli, le palme finte e anche i DJ ....(fonte FB BIG Story)

Curiosità: Il BIG NEPENTHA fu uno dei locali chiave della Torino negli anni '80. Fu aperto dal titolare della Baia degli Angeli. I djs erano Mozart, Rubens, Sisco, Sergio Flash. Quest'ultimo fu il suo dj resident per antonomasia.La consolle grazie ad una meccanica saliva e scendeva sulla pista. Qualcuno la definì la discoteca più "Freak" di allora a Torino. Palme a bordo pista, muro di luci, le Citroen DS e le Diane parcheggiate fuori dal locale. Il pubblico comprava i jeans e le cassette da "Cavallo Pazzo" e "Dea". Alcuni racconti dicono che proprio al Big Nepentha, Mozart registrò la sua prima cassetta, chiamandola "la santissima messa di Mozart" perché a metà serata mise una "messa indiana", lasciando ovviamente tutti sorpresi. Per molti torinesi e non, il BIG NEPENTHA, è un ricordo indelebile.Uno dei suoi protagonisti fu dj Nello. Nato a Torino il 1° Maggio 1968, muove i primi passi verso la consolle di feste e locali a metà degli anni Ottanta, dopo aver fatto una buona gavetta su mixer e "piatti" a casa di amici. Il colpo di fulmine avviene in una notte d'estate del 1985 presso la discoteca Vernice Disco di Rimini Alta, quando, dopo aver conosciuto il proprietario del locale, lo convince a fargli mettere due dischi durante la serata di due famosi dj's.L'effetto fu devastante, il pubblico apprezzò la sua scelta musicale improvvisata con i dischi del locale e per lui si aprì una strada piena di emozioni che ancor oggi percorre con entusiasmo. Negli anni successivi diventa resident ed organizzatore di "afroraduni" in vari locali di Torino e dintorni come: Zodiaco, Hipnos, Mirò, Studio 5, New York, Voom Voom, Piper, Extreme, Top Sound, The Big Club, Aeiou, Get Down, Propaganda, Rouge e Noire, Gpl ex Fantasy. Tutto questo condividendo la consolle con i più grandi DJ afro come: Moz-Art, Daniele Baldelli, Sergio Flash, Danilo, L'Ebreo, Tbc, Fary, Raba, Stefan Egger, Martin Waz, Roberto Lodola, Gege ed altri. Nello ha partecipato a diversi raduni ad Innsbruk, Bolzano, Parma, Bergamo, Cervia, Ferrara, Porto Recanati, etc. Attualmente è impegnato come resident nel progetto Afroparty.

Altro personaggio di spicco del Big è Sergio Flash ..un decano tra i djs torinesi. Legato a "Radio Centro 95", su cui trasmette dal Lunedì al Sabato. Ha suonato in tutti o quasi i locali torinesi, dall'inizio della sua carriera nel lontano 1976. Ha toccato tutti gli ambiti dell'industria musicale, da dj a produttore a speaker radiofonico. Contributo di Ugo Campanile.

in alto....folla di ragazzi attendono l'apertura dell'Arena Disco.....

IL 1983 VIDE IL BATTESIMO DI UN ALTRO GRANDE CLUB, NASCE INFATTI A SOLESINO (PD) L'ARENA. AGLI INIZI LA CONSOLLE FU AFFIDATA A PAOLO FAGNONI E SUCCESSIVAMENTE A MARCO MALDI E LOLLO OLTRE A VARI OSPITI FINO AL 1987. CI FU POI UNA SECONDA ARENA TRA IL 1994 E IL 1996 PRIMA DELLA CHIUSURA DEFINITIVA. IN CONSOLLE CI FU PER UN PERIODO DANIELE PEZZA , CHE LAVORO' ALL'ARENA AL FIANCO DI LOLLO, LA DOMENICA POMERIGGIO SPECIALMENTE, PROPONENDO UNA INNOVATIVA PER L'EPOCA MUSIC-COMPUTER. VA RICORDATO ANCHE UN ALTRO DEEJAY CHE HA DATO IL SUO CONTRIBUTO AL LOCALE PADOVANO ED ERA CRISTIANO TRABUIO.

LE ORIGINI DELL'ARENA
Siamo nella primavera del 1980 e Stefano Saoncella (dj Sao) appena finita la stagione al Boom di Alte Ceccato (VI) e al Pub (sempre di Alte Ceccato) insieme a Tony e Adelino viene contattato da Mauro Barrufato ( allora primo speaker e direttore artistico di Radio Luna Vicenza di Noventa V.na). Gli viene proposto un ingaggio all'Arena dato che i proprietari (Carlo e Giuliano Polato) cercavano un dj. Lo stesso Barrufato, grazie alla radio, sponsorizzò l'apertura dell'Arena domenica 1 giugno 1980. La prima domenica andò bene, (500-600 persone erano arrivate) si decise quindi di prolungare per tutto giugno e poi interrompere per la chiusura estiva. Si completarono l'apertura ufficiale e le prime domeniche. Sempre Mauro Baruffato di Radio Luna che conosceva e stimava Marco Maldi (al Play Time di Legnago fino al 1980) organizzò autonomamente un "Remember Marilyn" all'Arena di Montagnana con Sao e Maldi ,all'aperto, sabato 9 giugno 1980...fu un bel successo...a Montagnana arrivarono centinaia di ragazzi, con le 2CV, le Diane, le R4, gli Squali ecc...si parla di quasi 900 persone quella sera. Dopo quel grande evento i fratelli Medé (Paolo e Gianni) ingaggiarono Sao all'appena nato BlackPanter appena costruito.. così in accordo con i proprietari dell'Arena Sao cominciò la nuova avventura al Black lasciando il posto all'Arena a Maldi che divenne resident de L'Arena. Nel frattempo un giovane Lollo, talentuoso e appassionato divenne amico di Marco Maldi e dei Polato tanto che riuscì anche grazie alle sue proposte musicali in linea a trovare spazio all'Arena Disco (chiamata così dopo la creazione del marchio stile "Coca Cola"). Lollo vi rimase fino alla fine, anche quando Maldi andò al Cosmic. Certamente fu un periodo di grande crescita del locale sia come impianto che per l'organizzazione di molti storici eventi nei primi anni '80. [cit.Sao - PP]

Approfondimento. In origine la consolle dell' Arena Disco misurava 4 metri di lunghezza di cui un quarto per alloggiare l'impianto elettrico; dopo la chiusura del locale la consolle e altre parti di arredamento furono acquistate da un privato di Veggiano in provincia di Padova e per ovvi motivi di adattamento alla nuova locazione accorciata di un paio di metri. (cit.)

..sopra alcune immagini dell'interno dell'Arena disco.

..l'Arena Disco ai giorni nostri in una foto gentilmente offerta da Paolo Polato Solesino (PD)

A Cavaion di Verona dalle ceneri del Dancing Hula Hula nell 1980 iniziò la cortissima vita di questa stupenda discoteca con la sua musica inconfondibile e l'architettura dello stabile arabesca. Percorrendo l'autostrada del Brennero direzione Trento a 2 km prima dell'uscita Affi la trovavi bianca e imponente sulla dx, ora al suo posto sorge un hotel. Il Dj.Daniele, suo resident era, cresciuto artisticamente con Rubens al Les Cigales; l'impianto acustico all'interno del Les Pois e le casse erano le gemelle del New York di Miramare.., qualità audio fantastica e bassi straordinari! Il locale fu chiuso nella primavera del 1981.

NEL 1983 UNO DEI PIU' GRANDI IMPRESARI ITALIANI DI MANIFESTAZIONI AFRO RENATO CURATOLA DA IL VIA AI GRANDI RADUNI ALL'APERTO; NASCE NELL'ESTATE DI QUEST'ANNO WOODSTOCK DJ, PRESSO LO STADIO COMUNALE DI RIMINI, LA MANIFESTAZIONE RADUNA TUTTI I PIU' GRANDI DJ'S D'ITALIA E LASCIA SPAZIO ANCHE A GRUPPI DI PERCUSSIONISTI.

.....sempre a proposito dell'organizzatore Curatola.....foto sopra tratta dall'Afroraduno al Chicago Due a Sassuolo...era il 31 ottobre del 1991 tra i tanti ospiti spicca Tom Percussion, Paco Tumba e il Maestro Lucien (grazie al gruppo facebook tbc by cosmic per il materiale).

Foto sopra: un'immagine della band di Mauro Ebreo Berretti durante un live all'Arena Disco.

NASCONO IN QUESTE OCCASIONI LE FIGURE DEI DJ'S PRETTAMENTE PERCUSSIONISTI COME TOM PERCUSSION ( RULLANTI-ROTOTON-TUMBE), METYU (BATTERIA-TABLA INDIANA), RABA (TUMBE).

SEMPRE DURANTE LE MANIFESTAZIONI DI CURATOLA, MA GIA' QUALCHE ANNO PRIMA IN LOCALI DEL VICENTINO E DEL BASSO VERONESE SI IMPONE ALL'ATTENZIONE DEL "PUBBLICO BAIOS", DJ YANO.